21 avril 2006

Dio ci ha dato due orecchie, ma soltanto una bocca, proprio per ascoltare il doppio e parlare la metà.

Adorazione dei Magi, Sandro Botticelli, 1475.




L'uso estremamente comune della parola creatività crea problema e imbarazzo. Essa, infatti, non possiede un significato chiaro e univoco, è una voce impiegata in molteplici contesti anche a scopi difformi. Melucci, rilevando un'interessante trasformazione nell'uso di tale termine nota infatti che: "La parola creatività compare nei dizionari alla fine del secolo scorso, ma rimane confinata al linguaggio degli specialisti".Su un altro versante, però, lo stesso autore fa notare che oggi la parola creatività e l'aggettivo "creativo" ricorrono di sovente nell'uso non specialistico della conversazione quotidiana.

Se poi ci si riferisce alle teorie e alle ricerche sulla creatività, in senso stretto, si può scoprire che il significato e l'impiego plurimo del termine non scompare. A questo proposito Trombetta, ad esempio, sostiene che "nel descrivere la creatività e nell'analizzare i processi psicologici che la sostengono e la esplicitano, ci si può riferire... o al pensiero creativo o alla persona creativa", ma che la ricerca psicologica è ricchissima di "sfaccettature" e di "angolature", con cui è possibile affrontare anche uno solo di questi temi.

Dunque cosa significa creatività?

Il dizionario ne offre una duplice definizione: come capacità, facoltà, attitudine a creare; come attività, operosità dinamica, forza costruttiva...la definisce come la capacità di creare, di inventare con libera fantasia.

Creare, costruire, inventare e agire liberamente sono quindi le proprietà di chi opera con creatività: il creativo". Gli stessi dizionari, infatti indicano la parola creatività come derivante da creativo, colui che crea.

Creare

Creare era in origine un'azione che poteva vedere come sola causa incondizionata Dio: "Che l'uomo potesse essere creativo nel pensiero e nell'azione era considerato blasfemo fino a qualche secolo fa". Questa attribuzione però rappresenta solo un momento del rapporto complesso che ebbero le società verso artisti e individui geniali. Le diverse culture, infatti, reagirono al fare degli artisti in modi differenti, così, ad esempio, si ha da una parte l'atteggiamento di diffidenza e quasi disprezzo del mondo greco e romano, in cui "l'opera dei pittori e degli scultori in quanto lavoro manuale, ... era lasciato, in un'economia schiavistica ai membri della classe servile"o comunque si riteneva, su influsso dell'estetica platonica, che l'arte potesse "fornire solo un vago riflesso della vera essenza della realtà, le idee, che essa tenta di riprodurre, per così dire, di seconda mano". Ben diversa la glorificazione del genio nell'età rinascimentale, in cui "l'artista fu personalmente onorato come un essere divino".


Le diverse attribuzioni di valore fatte agli artisti, che portano da una parte a paragonarli a semplici artigiani dall'altra a divini creatori, riflettono e sono in relazione anche alle molteplici spiegazioni che nelle epoche si diedero al sorgere dell'idea. Attualmente, si tende ad attribuire a tutti gli individui la capacità di produrre atti creativi, imprevedibili e originali; ed esistono corsi e pubblicazioni il cui intento formativo è di svilupparli e moltiplicarli. Le tecniche sono molteplici così come lo sono gli approcci e le definizioni; ma la creatività non è più blasfema, o eccezionale, non sfida più la collera divina, anzi è patrimonio molteplice che viene cercato e sviluppato al fine di una miglior economia individuale e sociale.

La creatività è perciò sempre più oggetto di formazione, le pubblicazioni in commercio sono vendute nelle librerie qualificate come nelle edicole e si propongono come manuali di cambiamento; i corsi di creatività per adulti si rivolgono a un pubblico eterogeneo con diverse metodologie e approcci, sono tenuti anche da società di consulenza specializzate nella formazione a tecniche di creatività e sono indirizzati a individui, gruppi, aziende.


Due sono i presupposti culturali comuni a queste pubblicazioni e scuole:

Il primo è che la creatività è considerata una qualità presente in tutti,
Il secondo è che tale qualità può essere migliorata e sviluppata.


La creatività è considerata quindi un elemento quotidiano nella vita degli individui, parte sostanziale della loro natura, risorsa fondamentale a cui attingere nelle diverse occasioni della vita e del lavoro. Da qui il valore attribuito a tutti gli sforzi per rendere più creativi il comportamento, il pensiero, nonché l'impegno allo sviluppo e alla stimolazione di tutte le potenzialità individuali.
In sintesi, la creatività oggi esprime un valore positivo che si esplica nei diversi ambiti attraverso la ricerca di un miglioramento che passa, appunto, dallo sviluppo delle capacità creative, e i cui scopi possono essere i più disparati come migliorare la qualità della vita, le capacità professionali, lo studio, le capacità ideative.
I luoghi della creatività e la formazioneLa molteplicità della nozione di creatività riguarda anche il campo formativo. Nei luoghi di esercizio della creatività "socialmente riconosciuta" come tale (scuole di teatro, musica, di realizzazione artistica e poetica, di ricerca e invenzione) la messa in atto di un'arte, di una tecnica o scienza è favorita dalle qualità creative individuali o collettive. Grazie ad esse tali arti trovano respiro e stimoli nuovi, d'altra parte proprio l'esercizio di tali arti è terreno favorevole allo sviluppo e incremento della caratteristica creativa nelle sue diverse modalità espressive: in sostanza, vi è una reciproca influenza tra lo sviluppo della creatività e lo sviluppo delle arti.

L'idea di creatività come atteggiamento mentale proprio (ma non esclusivo) degli esseri umani nasce nel Novecento. I primi studi sul fenomeno risalgono agli anni '20. Mentre in alcuni campi - la matematica, per esempio - la creatività sembra svilupparsi meglio in giovane età, in altri - letteratura, musica, arti figurative - continua per tutto l'arco della vita.
L'atto del creare è stato a lungo percepito come attributo esclusivo della divinità: Catullo, Dante, Leonardo, infatti, non avrebbero mai definito se stessi dei creativi. Propri dell'uomo erano invenzione, genio e, dal 1700, progresso e innovazione. La parola creatività entra nel lessico italiano solo negli anni '50.
Tra le moltissime definizioni di creatività che sono state coniate si segnala per semplicità e precisione quella fornita dal matematico Henri Poincaré nel 1929: "Creatività è unire elementi esistenti con connessioni nuove, che siano utili".
Le categorie di "nuovo" e "utile" radicano l'attività creativa nella società e nella storia.

Il "nuovo" è relativo al periodo storico in cui viene concepito; l'"utile" è connesso con la comprensione e il riconoscimento sociale. Nuovo e utile illustrano adeguatamente l'essenza dell'atto creativo: un superamento delle regole esistenti (il nuovo) che istituisca una ulteriore regola condivisa (l'utile). Si individuano anche le due dimensioni del processo creativo che unisce disordine e ordine, paradosso e metodo.

Infine, le categorie di nuovo e utile ampliano la sfera delle attività creative a tutto l'agire umano a cui sia riconosciuta un'utilità economica - estetica o etica - e che sviluppi uno dei tre possibili gradi di novità: applicazione nuova di una "regola" esistente, estensione di una regola esistente a un campo nuovo, istituzione di una regola del tutto nuova.
Poiché si fonda sulla profonda conoscenza delle regole da superare, la creatività non può svilupparsi in assenza di competenze preliminari. Caratteristiche della personalità creativa sono curiosità, bisogno d'ordine e di successo (ma non inteso in termini economici), indipendenza, spirito critico, insoddisfazione, autodisciplina.

La creatività è espressione tipicamente umana perché si fonda anche sul possesso di un linguaggio a volte astratto (fatto però di parole, numeri, note musicali) e atto a compiere discriminazioni sottili. Ma non è espressione esclusivamente umana. Molte specie di mammiferi, in particolare i Primati, ed alcune specie di uccelli hanno intuizioni creative riuscendo anche a trasmettere soluzioni altrettanto creative alla prole.