23 mars 2006

Le idee, se sono allo stato puro, sono un meraviglioso casino: apparizioni provisorie di infinito.



Leda, Leonardo da Vinci, 1505.




L'opera, scritta nel 1872, contiene il nucleo fondamentale del pensiero di Nietzsche, il quale, in maniera esplicita lo fa risalire alle influenze di Schopenhauer, di Kant e del pensiero indiano.
Nietzsche si trova innanzi ad predominio dello scientismo, del mondo dell'industria e della tecnica e nella fiducia del progresso.

Egli in tale predominio non vede un arricchimento dello spirito umano, al contrario un impoverimento, e nella ricerca di un qualcosa che recuperi i valori dello spirito umano, egli trova la sua anima gemella in Richard Wagner e nella sua musica diretta ad un rinnovamento dell'arte.
L'aver prescelto la musica ad ogni altra forma d'arte, dimostra senza dubbio l'eredità schopenhaueriana (Schopenhauer considera la musica come oggettivazione immediata, non mediata, delle idee ).

L'opera è dedicata a Wagner:
" …io sono convinto dell'arte come del compito più alto e della vera attività metafisica di questa vita, nel senso dell'uomo a cui io qui, come al sublime combattente che mi precede su questa strada, voglio che questo scritto sia dedicato."
Nella Nascita della tragedia Nietzsche propone, da un lato, una diagnosi delle ragioni remote che hanno portato al predominio dello scientismo e del razionalismo, dall’altro, cerca un'alternativa che possa rovesciare la situazione presente.
Nietzsche riprende la distinzione di fondo del pensiero di Schopenhauer tra mondo come rappresentazione e mondo come volontà, assimilandola a quella kantiana tra mondo fenomenico e mondo noumenico e, a quella indiana (brahmanica e buddista) fra illusione (velo di Maja) e realtà.

Egli, rifacendosi alla cultura greca, riprende i nomi di Apollo e Dioniso, e gli aggettivi " apollineo" e "dionisiaco", per designare, rispettivamente, il mondo come rappresentazione e il mondo come volontà.
Attraverso questi due spiriti, Nietzsche capovolge il giudizio tradizionale sull'arte greca, che si basava sulla presunzione che essa fosse caratterizzata da " serenità ", da "equilibrio", da " misura " delle forme compositive.
Per Nietzsche, invece esse era frutto dalla combinazione e compenetrazione reciproca dei due spiriti.

Il primo, ossia lo spirito apollineo, caratterizzato dall'armonia e dall'equilibrio delle forme, ha permeato di sé tutta l'arte plastica, mentre il secondo, ossia lo spirito dionisiaco, che è entusiasmo, sfrenatezza, ebbrezza, si è espresso soprattutto nella tragedia e nella musica.
Nietzsche paragona l'apollineo al mondo come rappresentazione di Schopenhauer: dominato dalla ragione e dalla causalità, ordinato e rassicurante, ma non è altro che la superficie di una realtà inquietante.
Dietro l'apollineo c'è il mondo nascosto del dionisiaco, con gli istinti vitali, capaci di risvegliare le forze più autentiche e naturali dell'uomo.
Tali forze sono però positive e feconde, di segno opposto a rispetto alla volontà descritta da Schopenhauer.
" …lo sviluppo dell'arte è legato alla duplicità dell'apollineo e del dionisiaco…questi nomi noi li prendiamo in prestito dai Greci, che rendono percepibili a chi capisce le profonde dottrine occulte della loro visione dell'arte non certo mediante concetti, bensì mediante le forme incisivamente chiare del loro mondo di dèi. Alle loro due divinità si riallaccia la nostra conoscenza del fatto che nel mondo greco sussiste un enorme contrasto…fra l'arte dello scultore, l'apollinea, e l'arte non figurativa della musica, quella di Dioniso: i due impulsi così diversi procedono l'uno accanto all'altro, per lo più in aperto dissidio fra loro…finchè da ultimo, per un miracoloso atto metafisico della " volontà " ellenica, appaiono accoppiati l'uno accanto all'altro e in questo accoppiamento producono finalmente l'opera d'arte altrettanto apollinea che dionisiaca della tragedia attica…Per accostarci di più a questi due impulsi, immaginiamoli innanzitutto come i mondi artistici separati del sogno e dell'ebbrezza …" (I,22). Ed è proprio la coppia apollineo-dionisiaco, formulata in origine per risolvere il problema della nascita della tragedia greca e della sua fine, che deve essere preso come filo conduttore per leggere tutta l'opera nietzscheana, poiché raccoglie intorno a sé quasi tutti gli aspetti più significativi del pensiero di Nietzsche giovane. Per dieci anni il giovane Nietzsche ammonisce i suoi amici a reprimere la fantasia, a rispettare il metodo, a controllare le ipotesi. Ma ecco l'arrivo di questa opera che rovescia quanto detto sopra.